Orso bruno marsicano

Foto: Sefora Inzaghi

Quando appare un orso in bosco, il mondo si spacca in due. Una parte gli dà un nome, come se fosse un cane o un gatto, e si batte per la sua libertà. L’altra metà vorrebbe mettere mano agli archi e alle spade e condannarlo a morte. E’ uno scontro di pensieri, visioni, idee e ogni volta la civiltà si ferma e mette in discussione se stessa a colpi di dibattiti, proteste, interpellanze. Non è solo il battito d’ali di una farfalla a scatenare la tempesta nel mondo. A volte basta l’ombra di un orso.
(Fabrizio Caramagna)

Da sempre la Riserva rappresenta l’area “abitata” dall’orso bruno marsicano al di fuori del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Da anni qui si raccolgono e catalogano dati di presenza, diretti ed indiretti, reperiti sul territorio che confermano l’area di Anversa degli Abruzzi prezioso corridoio di interconnessione tra le Aree Protette Nazionali e Regionali. Le attività di ricerca si sono intensificate a partire dal 2017, moemnto in cui siamo entrati a far parte della Rete di Monitoraggio dell’orso bruno marsicano Abruzzo e Molise, grazie alla quale si è potuto mettere in atto un sistema di sinergie e saperi che hanno cnsentito non solo il capionamento della specie su dati di presenza/assenza, ma anche l’indaginene genetica dell’individuo campionato a seguito di un protocollo ben definito e standardizzato.

Il bosco rappresenta l’habitat più importante dove trova rifugio e cibo, ma a seconda delle stagioni, è possibile rinvenire segni di presenza e osservazioni dirette anche in altre tipologie ambienetali. A primavera ed in estate non è raro osservarlo nelle aree di fondovalle dove la neve si scioglie prima, l’erba rispunta rapidamente e la frutta matura; in autunno frequenta soprattutto la faggeta o, quando non c’è faggiola, i querceti ricchi di ghiande.

Report 2020: Comunicazione” vuol dire “mettere in comune”, “far partecipe” ed è proprio questo lo spirito con cui nel 2020 sono state distribuite gratuitamente a tutte le attività di ristorazione di Anversa degli Abruzzi oltre 10 mila tovagliette americane da usare durante “l’apparecchiamento” della tavola. L’idea è nata nell’ambito della campagna orso 2×50 del WWF Italia, grazie alla quale si è potuta realizzare la grafica delle tovagliette, mentre la stampa si è resa possibile grazie ai residui dei fondi 2019 derivanti dalla L.R. n. 15/2016 affidati dalla Regione Abruzzo alla nostra Riserva per attività di prevenzione danni da parte dell’orso bruno marsicano. Invece delle solite pubblicità, sulle tovagliette gli avventori dei ristoranti e dei bar hanno potuto leggere informazioni sull’orso e sulle buone norme di comportamento da tenere nel caso di un incontro con il plantigrado. È fondamentale lavorare in questo senso perché la conoscenza resta sicuramente elemento primo da cui partire per poter educare alla convivenza con questo animale sensibilizzando, oltre alla popolazione locale, i turisti che vengono a trascorrere le loro vacanze nelle terre in cui “abita anche l’orso”. A partire dal mese di maggio, il personale tecnico della Riserva e i rilevatori appositamente formati che, operando nell’ambito del Protocollo della Rete di Monitoraggio dell’orso bruno Marsicano Abruzzo e Molise, hanno effettuato 20 attività di monitoraggio di routine su transetti predefiniti in base alla tipologia di ambiente e di stagione, per un totale di 108,57 km percorsi; oltre a questo è stato attivato un sistema di monitoraggio con l’ausilio di fototrappole, raccolte 4 segnalazioni dirette con esito positivo, attivate due trappole genetiche, monitorato periodicamente un rub tree individuato nel 2019 e raccolti 5 campioni genetici, di cui tre confermano orso, (non si è potuto definire il genotipo) e due ci confermano invece la presenza, tra i mesi di agosto e novembre, di due individui: F129, l’orsa nota come Barbara, ormai abituale frequentatrice della nostra Riserva dal 2018, e il maschio M150. Ad agosto nella Piazza di Anversa degli Abruzzi è stato presentato il Rapporto Orso 2019 con la partecipazione della Direttrice della Riserva Dott.ssa Sefora Inzaghi, del Direttore e della Biologa del Parco Nazionale D’Abruzzo Lazio e Molise, Dott. Luciano Sammarone e Dott.ssa Roberta Latini e del Responsabile Scientifico del WWF Italia, Dott. Marco Galaverni: un momento, questo, fondamentale a rappresentare non solo gli sforzi e le energie che vengono costantemente sostenuti da tutte le Istituzioni e Associazioni ambientaliste che a vario titolo si occupano di conservazione e tutela dell’orso, ma sicuramente anche un esempio di sinergia che va al di là dei protocolli. A settembre infine nell’ambito della settimana dell’Educazione Ambientale organizzata dal WWF, il nostro Centro di Educazione Ambientale “Gole del Sagittario” ha organizzato un corso di formazione per docenti con riconoscimento di crediti formativi per gli stessi: è così che le Sorgenti di Cavuto, luogo di accoglienza della nostra Riserva si sono trasformate in aula didattica a cielo aperto per 10 docenti che, sotto la guida della Dott.ssa Lavinia Canestrari, in organico alla nostra Riserva, hanno potuto “formarsi” e “formare” la propria conoscenza sull’orso attraverso attività teoriche, ludiche e di simulazione di ricerca segni di presenza.

Report 2019: La “stagione degli orsi” 2019 nella Riserva Naturale Regionale e Oasi WWF Gole del Sagittario si è aperta a marzo con il corso di monitoraggio faunistico al quale hanno partecipato 25 persone tra studenti universitari, naturalisti e semplici appassionati giunti da diverse parti d’Italia. Il corso della durata di tre weekend consecutivi ne ha visto dedicato uno proprio a questa specie, illustrando ai corsisti la biologia, l’etologia e le principali tecniche di monitoraggio del plantigrado. A partire dal mese di giugno, per il secondo anno consecutivo, la Riserva Gole del Sagittario ha finanziato la campagna di vaccinazione canina in collaborazione con l’associazione Salviamo L’Orso, campagna dedicata ai cani da lavoro delle aziende presenti sul territorio di Anversa degli Abruzzi. Sono state 5 le aziende coinvolte per un totale di 77 cani vaccinati, a 16 dei quali è stato applicato anche il microchip con regolare iscrizione all’anagrafe canina. L’obiettivo è chiaramente quello di limitare il randagismo canino, sensibilizzare gli allevatori circa la corretta gestione dei cani a seguito del bestiame e creare un’immunità di massa nella popolazione canina presente sul territorio della Riserva nei confronti delle principali malattie infettive del cane, riducendo le possibilità di contagio alla fauna selvatica presente, con particolare attenzione per l’Orso bruno marsicano e Lupo appenninico. Ma la tutela di queste due specie passa anche attraverso altri investimenti fatti sul sistema viario che attraversa l’area protetta nonché Oasi WWF:per questo motivo, nel 2019 sono stati utilizzati parte dei fondi europei ottenuti tramite bando Por- Fesr Abruzzo 2014-2020 per rinnovare e potenziare le misure di mitigazione già esistenti, ma ormai deteriorate o danneggiate dall’usura del tempo e dai mezzi meccanici, al fine di aumentare la connettività ecologica del territorio di propria competenza, e garantire lo spostamento della fauna selvatica in tutta sicurezza, riducendo gli impatti tra i veicoli e la fauna selvatica. L’orso si è annunciato nei primi giorni del mese di giugno con un danno di piccola entità ad un apiario posto all’ingresso del paese di Aversa degli Abruzzi. Da quell’episodio, 11 sono state le segnalazioni tra avvistamenti diretti e rinvenimenti di segni di presenza, tutte in paese e dintorni. Durante le verifiche del caso sono stati raccolti ben 5 campioni genetici che inviati a Ispra, hanno permesso di identificare questo esemplare di orso, una femmina F129 nota comunemente con il nome di Barbara. È il secondo anno consecutivo che Barbara frequenta stabilmente la Riserva e il territorio limitrofo, un dato interessante, questo che ci pone di fronte ad una sfida per l’immediato futuro: lavorare non solo su misure di tipo tecnico, ma “educare” la nostra visione del territorio e delle sue risorse affinché si possa creare davvero una “cultura a misura di orso”, e non solo, capace di accogliere e costruire un percorso a lungo termine di condivisione della nostra “casa comune”. La Riserva e Oasi WWF ha da sempre lavorato in questa direzione, e nel 2019 il cammino è stato reso ancora più interessante grazie alla campagna orso 2×50 promossa dal WWF Italia (che ha visto la nostra Oasi WWF Gole del Sagittario quale cuore operativo della campagna stessa accogliendo, fra le diverse azioni attuate, due “campi orso”. I ragazzi giunti da più parti d’Italia per partecipare ai campi hanno aiutato il personale della Riserva nel montaggio di 20 recinti elettrificati, acquistati sia con i fondi della campagna del WWF che con i fondi della L.R. 15 del 2016 affidati dalla Regione Abruzzo alla Riserva, e dati in comodato d’uso a quelle attività a rischio incursione orso, lavorando in particolar modo nei comuni di Trasacco, Luco dei Marsi, Anversa degli Abruzzi, Cocullo, Goriano Sicoli e Gioia dei Marsi e sempre a Gioia dei Marsi sono state montate anche  4 porte in ferro a tutela di polli, galline e ovini. Infine si è rinnovato per il sesto anno consecutivo la collaborazione tra la Riserva e il PNALM attraverso la partecipazione alle conte delle femmine con cuccioli: momenti preziosi che vedono rafforzare sinergie altrettanto preziose che nell’ottica di fare Rete per l’Orso rappresentano sicuramente i passi necessari per accogliere e accompagnare il processo di espansione dell’orso bruno marsicano, una sfida questa che ci vede tutti protagonisti, ognuno con il proprio ruolo, con la propria capacità e responsabilità, ma insieme come le maglie di una fitta rete: serie perpetua di occasioni di speranza per la sopravvivenza di questa specie

Report 2018: Le prime segnalazioni risalgono al mese di Aprile, quando è stato rinvenuto un probabile sito di svernamento, all’ingresso del quale sono stati trovati diversi segni di presenza e raccolto un campione genetico, che ha confermato “Orso”, ma per il quale non è stato possibile procedere all’identificazione del genotipo.  Durante l’anno si è riusciti a raccogliere 3 campioni genetici che inviati a Ispra, hanno permesso di identificare un esemplare di orso,  noto come F129, una femmina mai campionata fino a questo momento e la cui presenza è stata rilevata anche nel vicino territorio del Genzana. Pur essendo molto vicino alle abitazioni e attività produttive, la presenza di F129 non ha rappresentato motivo di conflitto con le stesse, ciononostante la Riserva ha messo in atto azioni preventive cedendo in comodato d’uso le recinzioni elettrificate a quelle attività ritenute più a rischio di “incursione orso” e portando avanti azioni di comunicazione e sensibilizzazione. Ad ogni modo la sua presenza non è passata inosservata, tanto che sui social network, sono stati postati diversi filmati in cui l’orso viene inseguito di notte dalle auto, un comportamento questo che avrebbe potuto seriamente compromettere l’incolumità dell’animale e di altri automobilisti inconsapevoli. Per ovviare a questo problema, il Sindaco di Anversa degli Abruzzi ha emesso un’ordinanza di chiusura al traffico veicolare durante le ore notturne di alcune delle strade più sensibili alla frequentazione da parte dell’orsa e contestualmente la Riserva ha organizzato un incontro pubblico in Piazza in cui sono intervenuti Dante Caserta (vicepresidente del WWF Italia) Massimo Pellegrini (Rappresentante Autorità di Gestione del PATOM per la Regione Abruzzo) Cinzia Sulli, Biologa e Responsabile del Servizio Scientifico del Parco Nazionale D’Abruzzo Lazio e Molise e Mario Giansante del Comando Stazione dei Carabinieri Forestali di Scanno. L’incontro ampiamente partecipato, ha rappresentato non solo un momento di divulgazione, ma soprattutto occasione di riflessione sul comportamento da adottare quando si ha la fortuna di trovarsi di fronte  ad un orso: un’esperienza sicuramente unica e sempre emozionante, ma che non deve per nessuna ragione far venir meno la responsabilità che tutti noi, nessuno escluso, abbiamo verso questo animale, il cui obiettivo di tutela e conservazione è una priorità che ci deve vedere pronti a collaborare a qualsiasi livello non solo istituzionale, ma anche di singolo cittadino e ancor di più di comunità.

Report 2017: Almeno 8 sono stati i segni di presenza accertati, escrementi e impronte, durante l’ordinario controllo del territorio, segni che ancora una volta testimoniano l’assidua e costante frequentazione di questa area da parte del plantigrado. Tuttavia non si è ancora in grado di poter fare una stima sulla consistenza della popolazione nell’area. Per ovviare a questa lacuna, la Riserva ha iniziato proprio nel 2017 ad acquisire gli strumenti necessari ad implementare un proprio programma di monitoraggio basato su modalità standardizzate puntuali e calibrate, pertanto, grazie a due progetti presentati e finanziati con fondi regionali, si è provveduto ad acquistare nuove fototrappole e strumenti radio telemetrici grazie ai quali poter contare su informazioni adeguate relative a distribuzione, consistenza, comportamento individuale e variazioni di tali parametri nel tempo. Nel 2017 la Riserva Gole del Sagittario ha aderito alla Rete di Monitoraggio dell’Orso bruno Marsicano per l’Abruzzo e il Molise, promossa dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e dal Parco Nazionale della Majella; lo scopo della rete è proprio quello di creare una sinergia fra le diverse componenti e attivare una rete di rilevamento che preveda un flusso tempestivo delle informazioni ottimizzando le attività di monitoraggio e favorendo l’attuazione di misure coordinate per la tutela dell’orso. Infine con i fondi dedicati dalla L.R. n.15 del 9 giugno2016 “Interventi a favore della conservazione dell’Orso bruno marsicano” la Riserva Naturale ha provveduto all’acquisto di diversi kit di recinzioni elettrificate da destinare a quelle attività a rischio danni da parte dell’orso, e ha realizzato la Carta delle Fonti Trofiche, frutto della ricerca sul campo effettuata nei mesi di  ottobre e novembre 2017, allo scopo di identificare la risorsa trofica potenziale in una determinata porzione di suolo. Le possibili risorse alimentari (pollai, apiari, frutteti ecc ) sono state mappate tramite GPS e ad ogni situazione sono stati attribuiti dei criteri circa la vulnerabilità ad eventuali incursioni da parte del plantigrado. I criteri prendono in considerazione la vicinanza al centro abitato, l’accessibilità, il valore economico presunto, il potenziale attrattivo e il mezzo di dissuasione più idoneo ed efficace.  L’obiettivo di questo strumento è quello di prevenire e mitigare i conflitti con le attività antropiche presenti sul territorio rendendo sempre più positiva la convivenza fra uomo e orso.

 

Oasi WWF dal 1991 gestita in convenzione con l’Istituto Abruzzese Aree Protette

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